Export del vino dell’Australia a picco nel 2021. Lo rivela l’ultimo report sulle esportazioni di Wine Australia, indicando nella pandemia e nei dazi imposti dalla Cina le cause della débâcle. I numeri parlano chiaro: – 30% in valore (2,03 miliardi di dollari) e -17% in volume (619 milioni di litri). Una crisi che, secondo gli analisti locali, non si risolverà prima della fine del 2022.
«La pandemia – evidenzia Rachel Triggs, direttrice generale di WA – sta ancora sconvolgendo il settore Horeca. La crisi globale dei trasporti continua a causare ritardi nelle spedizioni e un aumento dei costi di trasporto. C’è stata una crescita dell’export verso molte destinazioni, ma ci vorrà del tempo per compensare la perdita del commercio verso la Cina».
Non è qualcosa che accadrà da un giorno all’altro, né entro un anno. Ma il settore vinicolo australiano è resistente, e ci sono i primi segni che il duro lavoro di espansione e diversificazione dei mercati sta pagando».
Nel dettaglio, le esportazioni verso la Cina continentale sono diminuite del 97% in valore a 29 milioni di dollari. Consistente anche il buco in volume: -93%, a 6,4 milioni di litri. Una perdita di quasi 1 miliardo di dollari in valore e 90 milioni di litri in volume rispetto all’anno solare 2020, in cui le spedizioni sono rimaste esenti da dazi per la maggior parte dell’anno.
Escludendo la Cina continentale, il quadro si fa meno negativo. L’export dei vini australiani nel 2021 ha segnato un +7% in valore (2 miliardi di dollari). Diminuzione in volume ridotta al 6%, a 613 milioni di litri. «Dal 2009 – evidenzia ancora Rachel Triggs – è la prima volta che le esportazioni, esclusa la Cina continentale, raggiungono i 2 miliardi di dollari in un anno solare».
I mercati più performanti per il vino australiano nel 2021 sono stati Singapore (+108% a 166 milioni di dollari), Hong Kong (+45% a 191 milioni di dollari), Corea del Sud (+74% a 47 milioni di dollari), Taiwan (+65% a 31 milioni di dollari) e Thailandia (+31% a 28 milioni di dollari).
Le esportazioni valutate a più di 10 dollari al litro Fob sono aumentate in valore del 49%, se si esclude la Cina continentale. «Dando positivi segnali sul fronte della diversificazione del mercato – evidenzia la direttrice generale di Wine Australia – grazie alle richieste pervenute su prodotti che, senza la pressione dei dazi, sarebbero stati esportati in Cina».
Il calo dei volumi, esclusa sempre Cina continentale, ha riguardato soprattutto le spedizioni verso il Regno Unito, gli Stati Uniti e il Canada. Tra le cause del tonfo, anche le tre vendemmie che hanno preceduto la 2021, caratterizzate da una scarsa produzione. In particolare, la vendemmia 2020 è stata la più scarsa del vino australiano dal 2007.
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